La Commissione comunale “antimafia” ad Alessandria: quando “Piccolo è bello”

Carlo Piccini

antimaA Milano la Commissione Consiliare Permanete Antimafia  si è insediata il 9 febbraio 2012 (istituita il 23 gennaio 2012). Presidente con 33 voti a favore è stato eletto David Gentili (PD), vice Presidente è Carmine Abagnale (Pdl) con 27 voti. E’ composta da 18 consiglieri e si affianca al Comitato antimafia istituito dal Sindaco Giuliano Pisapia, composto da cinque esperti (Nando dalla Chiesa, Umberto Ambrosoli, Luca Beltrami Gadola, Maurizio Grigo, Giuliano Turone).

La Commissione lavora con la collaborazione di dirigenti, funzionari, professionisti, associazioni di volontariato e di categoria per indirizzare l’Amministrazione comunale nella predisposizione di idonei e incisivi strumenti per contribuire alla prevenzione e al contrasto del radicamento delle associazioni di tipo mafioso. Nei confronti della cittadinanza, inoltre, la Commissione lavora per promuovere la cultura della legalità democratica e dell’antimafia come elemento fondamentale per la crescita sociale, civile, economica,  collaborerà con il Consiglio regionale e con quello della Provincia oltre alle altre Commissioni permanenti del Comune. In particolare, la Commissione contribuisce ad indicare regole, indirizzi, buone prassi  in relazione alle convenzioni attuative dei piani territoriali e urbanistici e alle concessioni d’uso di beni immobili. È prevista anche la possibilità di proporre convenzioni e protocolli d’intesa con Prefettura, Camera di Commercio, pubbliche Amministrazioni, ordini professionali, sindacati, enti e associazioni per la raccolta di dati utili nella lotta al riciclaggio e per la creazione di sportelli di sostegno alle vittime del racket, dell’usura, di minacce o atti intimidatori. La Commissione, infine, sostiene con iniziative concrete quanti – tra le Forze dell’Ordine, la magistratura, il giornalismo, il volontariato e l’associazionismo – combattono quotidianamente contro il potere criminale mafioso, promuovendo percorsi di formazione per amministratori pubblici e favorisce iniziative di educazione alla legalità nelle scuole.

Il 19 marzo 2012 tocca a Torino, dove la Commissione Consiliare Speciale di promozione della cultura della legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi vede Roberto Tricarico (PD) Presidente e  Vicepresidente Paola Ambrogio (PDL) . La sua particolarità sta nel fatto che ha una composizione mista, ossia ne fanno parte organica 9 membri eletti  e altrettanti esperti esterni nominati tra rappresentanti della società responsabile e delle associazioni di categoria.

A differenza di Milano non esiste dunque la distinzione tra Commissione Antimafia e Comitato Antimafia, di fatto riuniti in un solo organo,  inoltre si tratta di una commissione temporanea, mentre Milano è permanente.  A Torino  ha una duplice funzione: da una parte contrastare le infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione, dall’altra sensibilizzare la cittadinanza, in particolare i giovani, diffondendo i valori della legalità democratica, in contrasto alla cultura mafiosa. Anche qui la Commissione collabora attivamente e RICEVE in audizione  rappresentanti delle altre Istituzioni, tra cui Prefettura, Organi di Giustizia, Forze dell’ordine, Università, Associazioni, in uno scambio di esperienze ed informazioni indispensabile per rendere più incisiva la capacità collettiva di contrasto culturale ai fenomeni mafiosi.

E Alessandria? Il 6 giugno 2013 arriva, all’unanimità, anche la  Commissione di Alessandria.  La neonata Commissione temporanea  e speciale di studio per la promozione della cultura della legalità del Comune di Alessandria è composta da 7 membri, il Presidente è Roberto Massaro (PD), Vicepresidente Maurizio Sciaudone (PDL) e gli altri 5 consiglieri sono Mariarosa Procopio, Diego Malagrino, Erik Barone, Roberto Sarti e Ciro Fiorentino.

A differenza di Milano e Torino non è al momento previsto un Comitato Antimafia esterno di supporto, ne esistono esperti esterni organici alla Commissione, non è permanente (dura 18 mesi) e la parola mafia non compare neppure nella sua titolazione – a differenza del titolo di questo articolo dove almeno è tra virgolette – inoltre  è composta da solo 7 membri e RIFERISCE ad organi Istituzionali sovraordinati…

No. Tutto ciò non significa che debba essere necessariamente un organo che si è voluto far nascere zoppo, anche se a qualcuno, facendo i debiti confronti con Milano e Torino, potrebbe forse venire il sospetto.  Anzi, questa “apparente” debolezza strutturale di partenza e l’aspettativa di vita di soli 18 mesi potrebbe proprio essere la chiave del successo di questo nuovo organismo comunale. Una riflessione sui suoi obiettivi è già stata oggetto di commenti e comunicati stampa usciti in queste giorni (es: http://l10alessandria.liberapiemonte.it/files/2013/06/comunicato-stampa-7-giugno-2013.pdf).

Letti i comunicati e data per acquisita ed interiorizzata la portata della sfida alla “zona grigia” ed alla cultura “paramafiosa” che la caratterizza anche qui ad Alessandria, resta dunque da fare una riflessione sul compito che aspetta questa Commissione che, fin dalla sua genesi, induce ad una riflessione sul realismo delle sue possibilità (della serie: guai agli ingenui) e quindi sulla consistenza delle quattro virtù cardinali dei suoi membri , che saranno messe alla dura prova dei fatti nei prossimi  mesi: prudentia, iustitia, fortitudo, e temperantia.  Sarà dura, ma forse alla fine ad essere messo in crisi sarà non lo scopo ultimo della Commissione, ma lo scetticismo atavico sul cambiamento proprio di una parte dell’alessandrinità. Staremo a vedere tra 18 mesi…

«Il vero significato di prudentia, non per nulla definita la madre di tutte le virtù, prudentia dicitur genitrix vitutum, non è conferito dalla parola “prudenza”, come la si usa correttamente. Significa l’opposto di un atteggiamento verso la vita piccolo, mediocre, calcolatore, che rifiuti di vedere e valutare qualsiasi cosa la quale non riesca a promettere un immediato vantaggio utilitario. La preminenza della prudenza significa che la realizzazione del bene presuppone la conoscenza della realtà. Solo colui che sa come sono le cose e quale sia la loro situazione può far bene. La supremazia della prudenza significa che le cosiddette buone intenzioni e il voler fare tutto per bene non sono assolutamente sufficienti. La realizzazione del bene presuppone che le nostre azioni siano appropriate alla situazione reale, cioè alle realtà concrete che formano l’”ambiente” di una azione umana concreta; e che di conseguenza noi si prenda seriamente codesta concreta realtà, con obiettività chiaroveggente. Questa obiettività chiaroveggente, tuttavia, non la si può acquisire e la prudenza non potrà essere perfezionata tranne che con un atteggiamento di contemplazione silenziosa della realtà, durante la quale gli interessi egocentrici dell’uomo siano ridotti al silenzio almeno temporaneamente. Solo sulle fondamenta di questo genere magnanimo di prudenza noi possiamo conquistare giustizia, forza e temperanza, che significa capire quando si ha ciò che basta. La prudenza implica una trasformazione della conoscenza della verità in decisioni che corrispondono alla realtà. Che cosa, quindi, potrebbe essere oggi di maggiore importanza dello studio e coltivazione della prudenza, che pressoché inevitabilmente porterebbe a una reale comprensione delle altre virtù cardinali, che sono tutte indispensabili per la sopravvivenza della civiltà? La giustizia porta alla verità, la forza alla bontà, la temperanza la bellezza; mentre la prudenza, in un certo senso, le comprende tutte e tre. In tutto il mondo la gente domanda: “Che cosa posso veramente fare?”. La risposta è tanto semplice quanto sconcertante: noi possiamo – ognuno di noi può – lavorare per mettere ordine nella nostra casa più interna, la guida di cui abbiamo bisogno per questo lavoro non può essere reperita nella scienza o nella tecnologia, il cui valore dipende in gran parte dai fini che servono; ma può essere ancora trovata nella saggezza tradizionale dell’umanità.»

(Tratto dal capitolo Epilogo del libro “Piccolo è bello” di Ernst Friedrich Schumacher)

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